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SBC STEP BACK CAIAZZO 76 – G.S. MINORI 75

“L’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo”

-Giordano Bruno-

Premessa: vi confido che per tanti fattori accorsi domenica, emozioni ed affini, ho trovato difficile mantenere la solita linea di cronaca, pertanto il recap solo per oggi avrà una stesura antologica un po’ diversa. Spero non vi annoi toppo.

Una vittoria semplicemente incredibile quella della SBC Step Back Caiazzo, che tra le mura amiche supera di misura un’agguerritissima G.S. Minori con il punteggio finale di 76 – 75 e resta immagine fissa nello specchietto retrovisore di Secondigliano, risorgendo dalle proprie ceneri del -12 ad otto minuti dalla fine e andando a vincere con una magia del capitano Django Amoroso a pochi secondi dal fischio finale.

Capitolo 1: Sulle spalle del gigante.

Fischio iniziale, avversari che fin da subito dimostrano di non meritare la loro posizione in classifica partendo forte sulla palla a due e segnando i primi punti della gara e riuscendo ad impostare il loro ritmo partita, ma un gigante dalle spalle larghissime che risponde al nome di Stefano Scafaro rimette tutti in riga sfornando una prestazione monstre nel primo quarto, dove non solo spalle a canestro fa evaporare ogni singola marcatura adottata su di lui, trafigge gli avversari per ben due volte anche dalla linea dei tre punti premiando i suoi compagni che lo cercano sempre (12 punti in 7 minuti). Non solo, recupera ben 3 palloni e annichilisce con una stoppata l’avversario di turno che stava per andare a canestro. Minori non sembra però subire minimamente il colpo e continua a marcare punti con una precisione chirurgica (leitmotiv che accompagnerà la compagine salentina per tutto il resto della gara grazie ai duo Vaccaro – Spinaccio che insieme combineranno la bellezza di 43 punti dei totali di squadra) portandosi prontamente in vantaggio ma ripresi sul fine quarto dal primo iceberg scagliato dall’arco da Onorio Petrazzuoli chiudendo ad una sola lunghezza da Minori, come a dire “non oggi”. E ricordatevi questo passo, sarà cruciale nel corso della stesura.

Capitolo 2: Nuova linfa.

Al ritorno in campo, Minori riparte con la stessa verve con la quale aveva chiuso la prima frazione di gara allungando ancora su Caiazzo e difendendosi in una zona “box and one” particolare, con uno di due lunghi pronto ad uscire sulle linee di passaggio caiatine. Mossa che risulta efficace complice anche l’appannamento dei tiratori SBC che trovano nel solo Gianmarco Sapio il dardo vincente dalla linea dei nove, mentre gli avversari risultano spregiudicati nelle transizioni offensive, sbagliando il minimo sindacale e marcando con una continuità che avrebbe mandato in tilt qualsiasi altra squadra. Ma non Caiazzo. Coach Falcombello allora capisce che bisogna penetrare la linea Maginot eretta da Minori, e se possibile colpirla in contropiede per non farla schierare. Ecco dunque che mette in campo il duo di under composto da Jalen Jackson Trevon e Davide Perillo con il compito di pressare i portatori di palla ed attaccare il ferro dagli angoli del campo. Detto, fatto, perché mentre Jalen trova punti andando a lottare a rimbalzo nel pitturato nemico, Davide riesce a rubare palla pressando il play nemico a metà campo e si invola solo a concludere al ferro. Sembra che la new generation possa con la loro forza elastica arginare in qualche modo Minori, ma davvero, il canestro per loro sembrava avere un diametro maggiorato, e continuando a marcare punti con una facilità disarmante, riescono a chiudere il secondo quarto di gara avanti di ben nove punti e dando la prima coltellata al pubblico di casa che sugli spalti gremiti assisteva e supportava i ragazzi in questa tragicomica partita, dove sembrava che qualsiasi soluzione venisse adottata da Caiazzo venisse contrastata in meno di un minuto.

Capitolo 3: Why not zero?

La ripresa della gara dalla sirena del secondo quarto non sembra voler esser monito di cambiamento nei pesi della bilancia della partita, con Minori che continua a mo’ di Conte Ugolino a scarnare lentamente gli avversari, costringendo Caiazzo ad uno sterile punto a punto che viste le lunghezze accumulate risulta deleterio solo per noi, vittime di un paradosso che a ripensarci troppo rischierei l’analisi: se Francesco Del Basso con il suo 0 sulle spalle decide di prendere le redini dell’attacco rossoblù rispondendo colpo su colpo ai canestri avversari e riuscendo in una spettacolare spinning move a concludere a canestro risultando immarcabile per tutto il quarto di gara, dunque Caiazzo vale “ZERO”? Come Erwin Schrödinger postulerebbe, siamo vivi o morti dentro la “scatola” Minori? Indecifrabile. Semplicemente, stavamo vivendo sul filo del rasoio, riportati a galla da Del Basso e respinti a testa sott’acqua dai canestri del numero 11 Spinaccio, il contatore geiger pronto a farci saltare in aria definitivamente. Zero dunque, un nulla di fatto. Zero come i liberi sbagliati dallo stesso Francesco, zero come le triple insaccate nel terzo quarto, zero come i punti del Capitano Django Amoroso messi a referto fino ad ora. Ma è lo stesso ZERO che ci ha tenuti in vita, e ancora una volta rimanda tutto agli ultimi dieci, maledettissimi minuti sul cronometro di gara, che in modo inversamente proporzionale scorre inesorabilmente aumentando le chanches di vittoria dei salentini, saliti intanto sul +10 e che sembrano oramai padroni unici del loro destino.

Capitolo 4: Amici.

Il quarto ed ultimo quarto di gara inizia ancora una volta con Minori titano del gioco, brava a capitalizzare dalla lunetta le concessioni della terna arbitrale e cinica nello sbagliare poco e niente nonostante la bolgia dagli spalti provasse nell’unico modo concesso ad un tifoso di dare il proprio apporto dagli spalti. Ma niente, davvero, niente da fare. Le transizioni offensive caiatine incalzate dal tempo che scorre si trasformano solo in errori che permettono ai salentini di recuperare possesso e secondi preziosi nonostante l’asfissiante pressing a metà campo dettato dalla regia di Coach Falcombello dalla panchina, fino alla tripla di Minori che, personalmente parlando, ha definitivamente distrutto il morale del sottoscritto, portando a 12 le lunghezze di vantaggio e sigillando di fatti la vittoria in un vaso di Pandora. Già. Come il mito ci insegna, la curiosità di Pandora le fece aprire lo scrigno, liberando così i mali che tutt’ora affliggono il mondo. Chi mai pazzo avrebbe rischiato ciò pur sapendolo? Semplice: due amici. Due amici che decidono di affrontare ciò che non può essere affrontato e di cambiare le sorti della partita. Perché se da un lato del campo Django inizia correggere la fase difensiva dello Step Back, sui capovolgimenti di fronte c’è colui che per 40 minuti in campo non si è mai arreso, la stessa persona che aveva previsto tutto ed aspettava solo il momento adatto per colpire: Onorio apre letteralmente il vaso scatenando i mali che imperversano nelle lacune difensive di minori, scagliando per ben tre volte sassate dal peso specifico incalcolabile che letteralmente mandano in criostasi l’offensiva degli avversari, che assaporano il primo, vero ruggito del palazzetto nell’apoteosi generale per la tripla di Django, costringendo Minori ad un time out per fermare i due nella scalata all’Olimpo. Meno tre. Ma anche meno due e di nuovo meno cinque per la tripla del numero 25 Infante, cancellata dai liberi di Petrazzuoli e Del Basso, che ci porteranno al meno uno a 34 secondi dal fischio finale. Se esiste una divinità in questo sport, sapeva già che il possesso di Minori non verrà premiato finendo a referto, bensì si trasformerà in un rimbalzo difensivo caiatino pronto per esser trasformato in una ultima azione offensiva. Petrazzuoli aspetta un blocco, lo riceve e scambia sull’arco muovendosi lateralmente fino ad arrivare nell’angolino. Onorio ha messo 30 punti, finirà la partita come il top scorer di giornata. Si arresta, si eleva, e lascia partire il polso. Un suono ruvido e ferroso misto a quella della sirena dei 24 secondi sarà la risultante di tutto ciò. Il Capitano, lì nel cuore dell’aria catturerà quel rimbalzo con una voracità mai vista, la stessa però che lo porterà a trovarsi ad un passo dalla linea di fondo, con le spalle rivolte verso il canestro. Se qualcuno di voi non avesse mai concepito bene il significato della parola pazzia, sappiate che non è minimante pensabile effettuare un tiro da lì, poiché il minimo tocco sulla parte posteriore del tabellone annullerebbe l’azione.

Solo retina.

Sei un pazzo Django. L’hai fatto davvero. Testimoni oculari di qualcosa che non sarà mai più ripetibile, esplodono gli spalti come mai prima d’ora, la mia voce va definitivamente a farsi benedire, il fallo in attacco di Minori sul ribaltamento di fronte poi mi inneggia a fare l’unica cosa che potessi fare in quella circostanza: evocare il tuo nome, con il palazzetto che lo ripete all’unisono fino allo sfinimento, fino a che tu lo senta bene infinite volte. I due liberi sbagliati per concessione degli avversari nel tentativo di recuperare possesso palla non li considero nemmeno. La sirena sentenzia la fine. Il punteggio è fisso sul 76 – 75 Caiazzo, e questa volta è finita per davvero.

Amici. Quante lettere ha la parola amici? Le stesse dei 5 che scendono in campo a giocare? Casualità. O forse no.

Ci sarebbe da complimentarsi con tutti voi, ma è effimero. Dirvi che state regalando un sogno ad una città è effimero. Siete e sarete un diamante. Comunque vada la partita a Secondigliano, siete il nostro orgoglio. Tutti voi. E mi fermo qui, dicendovi che non sapete quanto è stato difficile per me raccontarVi oggi.

Finale: Step Back Caiazzo 76 – G.S. Minori 75

Tabellini: Petrazzuoli O. 30; Del Basso F. 14; Scafaro S. 12; Jackson J. 10; Amoroso D. 5; Sapio G. 3; Perillo D. 2; Bragaglia A.; Coppola A.; Romano R.; Palladino P.; Zaccaro A..

Pillola non statistica: il cuore, la passione, la rabbia è la forza. Appartengono a tutti voi.

Giovanni Piccirillo

 

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